PP

  • HOME

    • Persian Palace Como
    • Persian Palace Lecco
    • Sala Golestan
  • CHI SIAMO

    • Informativa sulla Privacy
  • MENU DIGITALE

  • PRENOTA TAVOLO

  • PRODOTTI CHEF HOOMAN

  • PRODOTTI TISANERIA

  • PREMI E RICONOSCIMENTI

  • EVENTI & NEWS LECCO

  • EVENTI & NEWS COMO

  • GALLERIA LECCO

  • GALLERIA COMO

  • BLOG

  • MAILING LIST

  • GUESTBOOK

  • RICONOSCIMENTI

  • Membri

  • SECRET

  • Book Online

  • More...

    Use tab to navigate through the menu items.
    0
    Per vedere come funziona, vai al tuo sito pubblicato.
    • Categorie
    • Tutti i post
    • I miei post
    Massimo
    29 lug 2017

    POESIE PERSIANE: BIDEL DEHLAVI

    in Il Salotto dello Scià

    A volte sono velo a volte specchio

    
del tuo splendore, e trasalisco attonito
dell’immagine tua nel mio pensiero.

    Non dell’acqua né della terra

    
del conforto s’impasta e foggia


    l’essenza della mia passione:

    ssono la folle polvere

    
di malinconia che il fremito solleva

    
della tua gazzella fuggitiva.

    Io volo e sfiora il cielo l’orlo


    del mio cappello, più in alto ancora

    
proprio perché umiliati io e il desiderio


    le ali spezzate abbiamo a causa tua.

    Davanti al sommo bisogno s’incurva

    
la mia schiena come l’anello


    da schiavo del mio orecchio,


    e se ascendo più in alto fino al cielo


    la falce divento della tua luna.

    Non distinguo più alcuna differenza

    
tra il farsi niente e il permanere eterno,


    ma vedo bene che un atomo sono


    dell’infinito tuo eterno sole.

    Che importa se questo mio tempo


    me non riconosce! Il tuo specchio anch’io

    
ormai son diventato: specchio

    
della Bellezza tua sulle altre eccelsa.

    Come potrebbe non gloriarsi il nero

    
incenso mio che è stato acceso ed arde?

    
Arde il respiro e ardono i sospiri


    cercando il nero neo del volto tuo.

    Che mai sia colpito nessuno


    dalle invidie dell’emula contesa!


    Riarse l’henné dei tuoi piedi vedendo

    
anche me dal tuo piede calpestato.

    Non per le mie lacrime rugiada

    
sarò della tua primavera:

    
eccomi invece venditore che offre


    il succo del sudore del suo volto

    
acceso di vergogna


    al mostrarsi davanti agli occhi tuoi.

    Neanche me stesso col pensiero


    mio imperfetto so raggiungere.


    Oh, strano mio desiderio! Io desidero


    in te la perfezione tua raggiungere.

    È qui nel sommo che mirabilmente

    
terrore e pace posano insieme:


    sia nel chiuso del nido che nel volo


    sono tue le ali che mi coprono.

    Non so nulla di me se non per poco.


    So che ero solo sguardo di passione,


    e sono adesso solo la visione


    che il volto tuo immagina e figura.

    Il terreno dell’alta gnosi è mondo


    dalle radici della dualità.


    Perché non esco ormai fuori di me?


    Non sono che il tuo arbusto a sé alienato.

    M’arde, o Bidel l’Amantesenzacuore,


    la vergogna d’esser privo di un cuore!


    No, non posseggo il cuore: ma mi strugge


    lo stesso di te la malinconia


    per la mancanza e per il desiderio.

    0 commenti
    0
    Commenti
    0 commenti