Si narra che in una città viveva un commerciante che dopo anni di dignitoso lavoro era caduto in disgrazia. Era un periodo di grande sfortuna per lui e sbagliava tutte le mosse: quando comprava una merce quella perdeva valore, quando vendeva qualcosa quella merce diveniva cara. Poco alla volta perse la sua fortuna ma nella speranza di potersi rifare e mantenere aperta la porta della sua piccola bottega andò dagli altri commercianti e prese in prestito da ognuno di loro un pò di merce, così da poterla vendere e poi naturalmente poterla pagare a chi gliel'aveva prestata.
L'uomo era dunque in debito con i colleghi e la sua bottega non riacquistò più lo splendore di un tempo. Non sapeva più cosa fare ed era costretto a chiedere scusa ogni volta che uno dei commercianti ai quali era debitore veniva a chiedergli di restituirgli i soldi.
Alla fine i suoi colleghi lo denunciarono al giudice della città e l'uomo capì che se non si inventava qualcosa per guadagnare soldi, presto sarebbe finito in prigione.
L'uomo non sapeva più cosa fare ed andò da uno dei colleghi a cui doveva meno soldi e raccontò tutta la sua storia. L'uomo dopo aver ascoltato attentamente disse: "Io ti insegnerò il modo in cui potrai aggirare coloro ai quali devi dei soldi ed anche il giudice, ma c'è una sola condizioni".
L'uomo che era disposto a tutto disse: "Quale condizione, accetto qualunque cosa sìa".
Il commerciante rispose: "La condizione è che quando sarai fuori dai guai dovrai restituire i miei soldi. Io penso ai miei soldi e non mi importa degli altri".
Il commerciante accettò e chiese cosa fare. L'uomo disse: "Quando ti porteranno dal giudice, qualunque cosa lui ti chiederà tu dovrai dirgli di sì. Attenzione, non sbagliare. Qualunque domanda ti faccia tu dì solo di sì".
Il commerciante accettò e promise di pagare il debito all'uomo che gli aveva dato il consiglio.
E così qualche giorno dopo quando lo arrestarono e lo portarono dal giudice, giunse il momento di mettere alla prova lo stratagemma dell'amico.
Il giudice chiese: "Confermi di essere in debito con tutte queste persone?"
"Sì", disse semplicemente l'uomo seguendo le istruzioni dell'amico.
"Ma allora perchè non paghi i tuoi debiti?", chiese il giudice.
"Sì", rispose l'uomo.
"Cosa hai fatto con la merce e i soldi presi in prestito?".
"Sì".
"Mi prendi in giro? Perchè non mi rispondi?", disse arrabbiato il giudice.
"Sì", ripetè l'uomo.
"Restituirai i soldi?"
"Sì".
"Non li vuoi restituire?".
"Sì".
Il giudice chiamò in privato i commercianti e a loro disse che le disgrazie avevano reso folle il loro amico e che non c'era modo e che non si poteva mandare in prigione un folle e che dovevano rinunciare ai loro soldi.
Tutti accettarono e se ne andarono e l'uomo felice di essere scampato ai guai tornò a casa.
Qualche giorno dopo il commerciante che gli aveva insegnato lo stratagemma bussò alla porta della sua casa.
L'uomo andò ad aprire e salutò. Il commerciante disse: "Hai visto che ce l'hai fatta?"
"Sì".
"Stai bene ora?"
"Sì".
"Allora ora è giunto il momento di mantenere la promessa e ridarmi i soldi che ti avevo prestato".
"Sì".
"Quando mi paghi?"
"Sì".
"Ma allora mi paghi o no?"
"Sì".
Il commerciante capì che l'uomo stava usando contro di lui il suo stesso stratagemma ed allora disse: "Con tutti sì, anche con noi sì".
Da allora, in Persia, questo proverbio viene detto a qualcuno che è ingrato e si comporta male con noi anche se gli abbiamo fatto del bene in passato.