La cupola è stata vitale per lo sviluppo dei grandi e affascinanti risultati architettonici della Persia, come per quelli della architettura mondiale nella storia.
Nelle sue varie forme la volta è stata senza dubbio l’elemento più importante nelle costruzioni Persiane. La sua adozione in larga scala si era resa necessaria dalla mancanza di legno sufficiente a proseguire l’abitudine achemenide antica delle costruzioni con architrave.
Le costruzioni a volta erano in realtà già in uso dai tempi antichi. Le volte dell’entrata a Choga Zambil, un antico ziqqurat mesopotamico in terra iraniana, datano del 1200 A.C.
Tra i tre principali tipi di volta, tutti derivati dal singolo componente elementare (l’arco), la volta emisferica, comunemente chiamata cupola, è quella più complessa ed è stata sviluppata in innumerevoli variazioni.
Nella cupola il problema principale è come gestire la transizione dal piano quadrato sotto a quello circolare sopra. Per secoli questo problema aveva confuso i competenti ingegneri Romani, i quali fallirono nel fornire soluzioni attraenti e rassicuranti, mentre gli ingegneri e muratori Persian realizzarono una terza sezione, una zona di transizione tra la camera quadrata sotto e la cupola rotonda sopra, costruendo un arco intorno ad ogni angolo e riducendo il quadrato ad un ottagono con un ulteriore anello di piccoli pannelli arcati per ridurre gli otto lati a sedici, più vicino così ad un cerchio.
La cupola assunse poi in Persia nei secoli diverse forme: rotonda, ovoidale, parabolica, bulboso su base cilindrica, a forma di cipolla, a disco, alta su struttura circolare o ottagonale.