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    Massimo
    22 ott 2017
    Modificato il: 22 ott 2017

    Poesia Persiana: Forugh Farrokhzad - Il mio Uomo

    in Il Salotto dello Scià

    Il mio uomo

    con il suo corpo nudo e disinvolto

    come la morte s’innalza,

    sulle sue cosce vigorose.

    S’intrecciano le fibre

    delle sue membra nervose

    al disegno solido del suo corpo.

    Il mio uomo dai tempi andati

    dalle generazioni perdute sembra giunto.

    Un tartaro nel taglio dei suoi occhi

    in agguato dei viandanti,

    un barbaro nel guizzo splendente dei suoi denti

    incantato dal sangue caldo

    della preda.

    Il mio uomo

    come la natura,

    volge al senso ineluttabile

    di una comprensione chiara

    lui, con la mia disfatta

    conferma la legge inappellabile

    della forza.

    Terribilmente libero,

    simile a un istinto puro

    nel cuore di un’isola alla deriva.

    Della polvere delle strade

    lui si libera, con i resti

    della tenda di Majnun, antico Folle d’amore.

    Il mio uomo

    come un dio nei templi del Nepal

    da sempre un’esistenza da straniero.

    Lui,

    è un uomo dei secoli passati

    memoria d’una bellezza d’altri giorni.

    Risveglia intorno a sé

    continuamente come l’odore un bambino

    il volto di pure memorie.

    Lui come ballate di villaggio

    irrompe violento puro nudo.

    Sinceramente ama

    i grani della vita

    i grani della terra

    le tristezze degli uomini,

    le limpide tristezze.

    Sinceramente ama

    il sentiero verdeggiante di un villaggio

    un albero

    un coccio antico

    i panni stesi al sole.

    Il mio uomo

    è un essere semplice,

    un essere semplice che io

    dalla terra nefasta e volgare

    ho nascosto nei boschi dei miei seni,

    come ultimo segno

    d’incantevole religione.

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